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Diario di viaggio

 

 

Il villaggio della speranza

by Manu

 

Giovedì 18 gennaio 2007 ….ore 4 ( a.m ….come dicono gli inglesi)….un pulmino con a bordo otto persone proveniente da Brescia si ferma al casello dell’autostrada e carica a bordo me e Chiara…. destinazione: Villaggio della Speranza, Dodoma, Tanzania.

Durante lo scalo a Zurigo il gruppo si infoltisce di altre 10 persone provenienti da Arezzo che si uniscono a noi per la parte finale del viaggio.

Il villaggio della speranza nasce a partire dal 2000 ad opera di Suor Rosaria e Padre Vincenzo, missionari della congregazione del preziosissimo sangue di Gesù.

Il villaggio aveva come scopo iniziale quello di accogliere bimbi orfani di entrambi i genitori e sieropositivi. Purtroppo molti di questi bambini venivano presi in custodia dai nonni, che nella maggior parte dei casi non erano in grado di provvedere né al mantenimento, né tantomeno alle  cure di cui necessitavano ( le medicine a disposizione erano poche e costose; inoltre fino a poco tempo fa essere sieropositivi era considerata una grande vergogna per la famiglia e quindi questi piccoli venivano relegati in casa e non curati).

Grazie all’aiuto di diversi volontari sparsi un po’ per tutta Italia : Foligno, Brescia, Arezzo, Roma…. Suor  Rosaria e Padre Vincenzo avviarono questo progetto di accoglienza.

L’obiettivo ovviamente era quello di dare una famiglia a questi bimbi ( e per fare ciò hanno trovato delle coppie con figli già adulti disposte a trasferirsi in questo villaggio e a crescere, come se fossero figli loro questi bambini) e a permettere a questi piccoli di avere accesso a delle cure che permettessero loro di vivere in modo più normale possibile.

Da allora di strada ne hanno fatta parecchia ….oggigiorno il centro è costituito da 10 case ( la prima porta il nome di Papa Giovanni Paolo II che aveva donato i primi fondi per iniziare questo progetto) …ogni casa ospita una famiglia con circa 10 bambini ( a gennaio, nel villaggio c’erano 120 bimbi), ci sono un dispensario-degenza, dove al bisogno i bambini vengono ricoverati, una cucina e una lavanderia che fanno sevizi per tutto il villaggio, un asilo, un labotarorio-ambulatorio dove anche persone esterne possono accedere per analisi e terapia, una radiologia, un reparto di maternità e una degenza per neomamme in costruzione quasi ultimata, la scuola elementare appena fuori dal villaggio, frequentata anche dagli altri bambini della città e ovviamente una chiesa in corso d’opera.

Se si pensa a quello che sono riusciti a fare in così poco tempo uno non può che rimanere sorpreso…il segreto???

Beh, forse il segreto sta nella storia che Padre Vincenzo ci ha raccontato uno dei primi giorni che siamo arrivati.

È la storia di un bambino che sta sulla spiaggia e vede delle stelle di mare arenate sulla riva a causa della bassa marea; il bambino vedendo che stanno morendo, si avvicina e inizia a ributtarne  alcune in acqua. Un vecchio lo osservava da lontano e gli si avvicina chiedendogli che cosa sta facendo.

Così il bambino gli spiega che sta ributtando in mare le stelle marine. Il vecchio comincia a ridere e gli dice che quello che sta facendo non serve a niente, perché ci sono chilometri di spiaggia, con centinaia di stelle di mare arenate e che lui non potrà mai ributtarle tutte nel mare.

Il bambino gli sorride e poi gli risponde: "...si, è vero, non posso salvarle tutte, ma qualcuna si".

L’uomo rimane perplesso, ma dopo un pò incomincia anche lui a raccogliere e buttare nel mare le stelle di mare.

Altra gente intanto si avvicina e incuriosita va dal vecchio e gli chiede che cosa sta facendo.

Così l’uomo gentilmente ripete ciò che il bambino gli aveva detto e così poco per volta, altre persone incominciano a ributtare le stelle di mare nell’oceano.

Allo stesso, modo nessuna delle persone che ha iniziato questo progetto ha mai voluto fare cose straordinarie, ma solo cercare di aiutare qualche bambino. Con il tempo però le mani che aiutavano sono aumentate, così come i bambini che potevano usufruire di questo aiuto. Da anni ci sono persone che vanno e impegnano le loro vacanze lavorando al Villaggio della Speranza, chi costruendo, chi portando esperienze lavorative di medico, infermiere, idraulico, agricoltore o altro, chi stando insieme ai bambini durante il loro tempo libero o semplicemente mettendosi a disposizione.

Come le altre esperienze che ho fatto in Africa anche questa mi ha lasciato il ricordo di persone veramente speciali, che riescono a vivere la quotidianità in modo diverso, forse proprio perché la loro generosità trasforma le cose normali che fanno in qualcosa di straordinario.

Il sorriso di tante persone e bambini...la conferma, ancora una volta che quando c’è voglia di stare insieme per un obiettivo comune, la diversità di lingua  e di cultura non sono un ostacolo così insormontabile...la consapevolezza che anch’io posso raccogliere e salvare qualche stella di mare.

Per maggiori informazioni sul Villaggio della Speranza  consultare i seguenti siti:

 

http://www.ilvillaggiodellasperanza.org/ (sito ufficiale)

http://www.komera.it/pro/tanzania04.htm

http://www.fides.org/ita/news/2005/0501/10_4962.html

 

 

 

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