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Travel diary: Racconti dal Qatar

by Jeremy Head

Tratto da 'Secret of the sands'

 

Rami, sorridendo mi disse "...I nostri antenati avevano i camelli, noi oggi abbiamo le landcruiser".

A circa un'ora a sud di Doha, la capitale del Qatar, le strade asfaltate finiscono. Da qui sino al confine con l'Arabia Saudita, e' solo un immenso deserto di dune.

Al tempo del padre di Rami e dello scorrazare con  i camelli, il caldo estremo del deserto e il movimento della sua sabbia offrivano constantemente una precaria esistenza, oggi questi stessi luoghi sono diventati un'area ricreativa.

Era un pomeriggio di Settembre e il sole colorava le dune di sabbia di un caldo colore ocra. Davanti a me vedevo l'immenso spazio del deserto, una valle piata, lunga e larga, e poi ancora le dune che scomparivano all'orizzonte.

Pochi giorni prima, all'arrivo in aeroporto, il solito sentimento di quando atterri in un paese del sud mi atterri', tuttavia qui in Qatar, oltre all'umidita', tutto filo' liscio; il controllo passaporti e' stato semplice e lineare, nessuno che correva dietro al mio bagaglio per una piccola mancia, nessuna invasione dei sensi, giusto l'autista dell'albergo che con la sua macchina con aria condizionata mi accompagno' con discrezione alla mia destinazione. L'autista era Pakistano, il portinaio dell'hotel dello Sri Lanka, la ragazza alla reception Filippina, potevo essere da qualsiasi altra parte del mondo.

Officialmente il Qatar e' la nazione pro capita piu' ricca del mondo grazie alle riserve di petrolio e gas naturale, ma lo stile di vita e' completamente diverso da quello occidentale. Essendo un paese musulmano, i suoi abitanti vivono nelle loro grandi case la maggior parte del loro tempo e le donne nascondono la loro bellezza nei loro veli.

Chiesi a Rami, di origine palestinese, del perche' il Qatar mi dava una impressione di un paese disabitato; mi disse che in tutto la popolazione consisteva di circa 800.000 persone e che solo il 25% erano originari del luogo, il resto essendo lavoratori provenienti dall'estero che lavorano nel Qatar per mandare soldi a casa.

Proseguimmo la nostra gita in macchina lungo le calde dune, davanti a noi il confine con l'Arabia Saudita e, qualcosa di incredibile, sicuramente non mi aspettavo di vedere acqua nel deserto, ma la valle davanti a noi pareva essere un mare. Era il mare interno del Qatar, chiamato Khor al-Adaid. Proveniente dal mare d'Arabia, l'acqua trascorre sotterranea lungo una terra porosa per rientrare al di sopra di essa creando un immenso lago nel mezzo del niente, del deserto.

Rimanemmo seduti nel mezzo di una duna a guardare il tramonto; il senso del silenzio in questo spazio infinito suggeriva sentimenti di eternita'. L'eternita' del deserto, di questa misteriosa cultura celata dietro i veli.

Il giorno dopo, ci dirigemmo a nord di Doha. Ero alla ricerca di un po' di storia, qualcosa che poteva connetermi con questa terra. Da una parte all'altra della lunga strada asfaltata non c'era che il deserto, una lunga striscia nera in terra dorata, con qualche stazione petrolifera o elettrica qua' e la'.

Ci fermammo nell' antica citta' di Alkhor per visitare un piccolo museo e per prendere una pausa dal caldo. All'interno il museo presentava alcune testimonianze della storia della seconda citta' del Qatar, e in particolare la storia della raccolta delle perle dal mare, il simbolo di questa terra (statue raffiguranti grandi ostriche adornano molti luoghi della capitale Doha).

Avanti lungo il deserto, trovammo il vecchio forte di Al-Zubara del 1938, apparentemente antico per questa regione. Di notevole interesse erano le piccolissime finestre, quasi dei buchi nel muro direi; erano state costruite in modo tale da poter essere annoverate come degli antichi condizionatori d'aria. Khayal, l'anziano curatore del forte ci invito' a prendere un te' con latte. Era a custodia del forte per ben 25 anni, forse da lui potevo sapere del legame tra il Qatar dei beduini e quello dei ricchi petrolieri? purtroppo no, Khayal era del Pakistan. Ma mi disse che i Qatari era un popolo ospitale e generoso e che erano di buona compagnia...stavo imparando a conoscere questa terra desertica tuttavia il suo popolo continuava a essere un mistero.

 

 

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